PSICOLOGIA CLINICA E PSICOLOGIA DELL'ETà EVOLUTIVA

Psicoterapia

La Cooperativa si occupa di dare sostegno psicologico alle famiglie, attraverso interventi individuali e/o di gruppo. Nel centro formuliamo percorsi terapeutici per bambini, adolescenti e adulti.

Dott.ssa Federica Gallina

PSICOTERAPIA ETÀ EVOLUTIVA

Dott. Francesco Raineri​​

PSICOTERAPIA ETÀ ADULTA

ETÀ EVOLUTIVA

Psicologia clinica

Ci occupiamo di psicologia clinica in età evolutiva  applicando la teoria cognitiva-comportamentale.
In quest’ottica il bambino è visto come un sistema conoscitivo complesso che si sviluppa in modo coerente a partire dalle attenzioni ricevute nelle prime relazioni significative di attaccamento.
In questa prospettiva risulta quindi importante come le figure di riferimento che orbitano intorno al bambino, si comportano con lui.
È infatti a partire dalle conseguenze dei grandi che un bambino strutturerà un senso di sé e una coerente percezione della realtà.
In questa cornice la Psicoterapia cognitiva-comportamentale ha un duplice ruolo:

  1. da una parte, attraverso la relazione individuale con il bambino, aiutarlo a ristrutturare il senso di sé;
  2. dall’altra, attraverso percorsi di parent training, aiutare i genitori/insegnanti ad acquisire competenze importanti al fine di rinforzare il bambino in modo adeguato.

Si spazia nel trattamento dei disturbi di comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta (disturbo oppositivo provocatorio, disturbo esplosivo intermittente, disturbo della condotta, piromania, cleptomania, disturbo da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta con altra o senza specificazione), disturbi dell’evacuazione (enuresi ed encopresi) e i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (pica, disturbo da ruminazione, disturbo evitante- restrittivo dell’assunzione di cibo, anoressia nervosa, bulimia, disturbo da binge eating).

LA COSTRUZIONE DEL BENESSERE

Psicologia clinica

La teoria di riferimento utilizzata è quella cognitiva post-razionalista che supera il concetto secondo cui l’osservatore può arrivare a conoscere la realtà in quanto tale. Infatti per la teoria costruttivista “l’osservatore è sempre parte integrante di ciò che osserva e la conoscenza riflette la struttura dell’organismo che conosce prima che la struttura della realtà esterna o la realtà stessa”. (J. Balbi)

In questa prospettiva, lo psicologo costruttivista, non si pone più come un saggio che dall’esterno incastra interpretazioni nei pazienti. È il paziente l’esperto di sé stesso che insieme al terapeuta, esperto del metodo, tenta di comprendere i propri significati personali.

Il tentativo non è dunque quello di modificare la realtà esterna, ma quello di comprendere come l’individuo costruisce la sua realtà. L’interesse non è rivolto verso la ricerca della verità, ma verso le griglie interpretative che l’individuo utilizza per creare la sua verità.

È solo attraverso la comprensione di come funziona un sistema che è possibile un cambiamento, inteso come “una modificazione della struttura interna della persona, vale a dire l’insieme di significati che usa per interpretare il mondo. Il cambiamento interessa le sensazioni somatiche, le cognizioni ed emozioni attivate in una determinata situazione e la capacità di agire nel mondo con efficacia” (B. Bara).

L’obiettivo di un percorso clinico costruttivista è dunque quello di rendere consapevole il paziente del suo funzionamento, analizzando gli schemi mentali che usa per interpretare sé stesso, il mondo e gli altri. Il sintomo è visto come un tentativo di riduzione della realtà, frutto di un irrigidimento delle griglie interpretative del paziente, che lo vincola e lo costringe. Prendere consapevolezza  del proprio funzionamento permetterà all’individuo di ampliare i suoi gradi di libertà, rendendolo più flessibile e quindi più resiliente agli eventi esterni stressanti che vive. Psicologo e paziente lavorano per il benessere personale della persona cercando di raggiungere un consapevole equilibrio del sistema.

I disturbi trattati sono: